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Pierino Marini

Pierino Marini

"La mia mansione era quella di mugnaio. Nel 1964 ho perso un occhio in un infortunio. Mentre il frantoio girava per rompere i sassi, ho sentito qualcosa che mi saltava nel mezzo dell’occhio e piano piano l’occhio si è spento"

Mi chiamo Pierino Marini. Sono nato nel 1928 sono sposato con Lucia Balduzzi e ho due figli. Il soprannome della famiglia è “Guèra”.
Ho lavorato quindici anni forse più alla Sigma dal 1960 al 1975. Il lavoro l’ho avuto perché il capo dello stabilimento il signor Quarenghi che chiamavamo “il Bergamo” mi ha chiamato. Siccome c’era da fare i turni di notte e alcuni operai avevano paura di lavorare di notte, mi ha chiesto se a me poteva andare bene fare quei turni. Poi la ditta ha chiuso e sono stato assunto alla Corna, come quasi tutti gli altri operai. Alla Corna ho lavorato dal 1978 fino al 1988 quando sono andato in pensione. La mia mansione era quella di mugnaio. Alla Cima insaccavo i sacchi da 50 kg. a mano e poi con il carrello li portavo ai camion. Solo negli ultimi anni c’era l’insaccatrice automatica. Eravamo molti alla ditta Cima anche da Storo sia uomini che donne, era una ditta più grande della Corna. Non ho mia avuto problemi di salute anche se ho lavorato nella polvere. Dopo che sono stato assunto alla Corna ho fatto lavori meno pesanti perché nel 1964 ho perso un occhio in un infortunio sul lavoro. Mentre il frantoio girava per rompere i sassi, ho sentito qualcosa che mi saltava nel mezzo dell’occhio e piano piano l’occhio si è spento. Era il 7 luglio. Quando sono tornato dall'ospedale sono andato subito a lavorare e anche più degli altri. Ho preso un indennizzo per l’incidente che adesso è diventato di 34 euro al mese. Nel lavoro non ho mai avuto problemi né con i superiori che con i colleghi.

Mio fratello Candido Marini "Guèra" era del 1930 ha fatto 30 anni di galleria: prima per il Maffei poi quando hanno chiuso Val Cornèra è andato in Marìgole per la ditta Corna. È morto nel 1995 a causa della polvere che aveva nei polmoni, è stato anche in ospedale ad Arco, ma non c’era niente da fare.

Intervista effettuata Darzo nel mese di dicembre del 2010

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