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Paolo Beltrami

Paolo Beltrami

"Molti si lamentavano ma restavano sempre lì a lavorare. Io non mi sono mai lamentato e mi sono sempre trovato bene con tutti."

Mi chiamo Paolo Beltrami. Sono nato nel 1945 a Darzo sono sposato e ho tre figli.

Ho lavorato per la Mineraria Baritina dall’agosto del 1961 fino al 1998, 37 anni ho lavorato. Il lavoro l’ho trovato grazie al maestro, siccome non c’erano le medie a Darzo, mi ha fatto fare tre anni di quinta e due di sesta. Dopo ho fatto due anni di Enaip a Storo e il maestro ha parlato con il titolare e sono stato assunto a diciassette anni. Avevo un’infarinatura di meccanica perché mi mancava il terzo anno, ma ho recuperato con un anno di apprendistato con un operaio più anziano e poi sono diventato operaio. Ero meccanico nello stabilimento, aggiustavo i macchinari e facevo manutenzione. Anche in miniera facevo manutenzione dei compressori e delle pale. Negli anni ho visto cambiare lo stabilimento non l’andamento del lavoro che è rimasto sempre lo stesso. Nei primi anni si lavorava con le pale, le carriole e lo stabilimento era improntato sul legname: tutto era in legno anche le tramogge. Poi lentamente si è fatto lo sviluppo sul ferro. Ad esempio invece delle carriole si sono usati dei carretti a due ruote e non più ad una e allora il peso era minore e meglio distribuito. Mentre l’andamento della lavorazione è rimasto lo stesso: il materiale veniva dalla miniera, poi il lavaggio, la cernita. Man mano la barite scendeva e andava nel mulino e poi veniva insaccata. Contemporaneamente scendeva il numero degli operai: i primi anni eravamo quasi una quarantina, quando sono andato via eravamo in quindici. La quantità di materiale è rimasta più o meno la stessa perché la Baritina era una ditta che non puntava a fare grandi quantità. Un aumento di produzione c’è stato grazie alle macchine. Da 120 sacchi in otto ore a 240. Il mio lavoro è migliorato grazie alle macchine soprattutto le protezioni dalla povere: nei primi anni lavoravo nella polvere alta così, poi gli aspiratori hanno migliorato la situazione perché era tutto pulito. Economicamente ero soddisfatto perché lo stipendio era sicuro, se poi facevi gli straordinari si riusciva a prendere qualcosa di più. Ho sempre lavorato dodici ore e finché si poteva lavorare il sabato ho sempre lavorato. Solo la domenica si stava a casa. Poi lo stabilimento era comodo, vicino a casa. Il lavoro mi piaceva e sono andato in pensione per ragioni famigliari, altrimenti lavorerei ancora. Mi dava soddisfazione perché era un lavoro vario: un volta eri qui, una volta eri di là: nel mulino, in galleria. Non era una catena di montaggio e il tempo passava e certe volte non mi accorgevo neanche che suonava il mezzogiorno. Anche il clima con i compagni era buono e ci ritroviamo volentieri anche adesso alla festa di Santa Barbara.

Mia sorella Elena Beltrami ha lavorato qualche mese alla Maffei come cernitrice nel 1964 prima che chiudessero la miniera di Val Cornèra.

Intervista realizzata nel novembre del 2010 a Darzo.

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Dove sono le Miniere di Darzo

Darzo è un paesino di circa 750 abitanti, frazione di Storo, vicino al Lago di Garda e alle sponde del Lago d'Idro.

Si trova in Valle del Chiese in Trentino, a metà strada tra Brescia e Madonna di Campiglio.

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