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Bruno Bonazza

Bruno Bonazza

"Mi ricordo che il fratello del dott. Cima arrivava in stabilimento con una Citroen DS che a quei tempi era una gran macchina."

Mi chiamo Bruno Bonazza. Sono nato a Breguzzo il 13 giugno del 1943 e ho cominciato a lavorare come elettricista e manutentore per la ditta Sigma del dott. Felice Cima il 20 ottobre del 1960.
Mio papà faceva il falegname ma io avevo molto interesse nel campo dell'elettronica che a quei tempi era qualcosa di nuovo. Avevo frequentato per due anni la scuola Enaip di Trento e a quei tempi aver studiato facilitava molto a trovare lavoro. Infatti il perito Costante Zontini, che era capo di un consorzio privato di distribuzione elettrica, ha fatto il mio nome e il dott. Cima mi ha chiamato.
L'anno dopo che ero stato assunto il dott. Cima è morto e nella proprietà è subentrato il fratello, non ricordo come si chiamava, so che faceva l'oculista mi ricordo che arrivava in stabilimento con una Citroen DS che a quei tempi era una gran macchina.
I lavori erano coordinati dal direttore il perito Enrico Casotti che si faceva aiutare da Dino Bernardi. Avevo degli ottimi rapporti con loro e il lavoro mi piaceva: facevo la manutenzione degli impianti dello stabilimento alimentati ad elettricità, la ditta che aveva e ha tutt'ora una centralina che all'epoca veniva alimentata con l'acqua che aveva un salto di 1080 metri, il più alto d'Europa. Abbiamo poi costruito una linea elettrica dallo stabilimento fino alla miniera e poi ho lavorato anche presso una miniera di fluorite che la ditta aveva in Val Sarentino dove ho costruito un impianto di illuminazione a bassa tensione e abbiamo alimentato con una linea aera di dieci chilometri la pompa che estraeva l'acqua dalla miniera. Stavo bene in quegli anni posso dire di aver vissuto gli anni migliori per lavorare perché c'era il boom economico e sono stati anni stupendi; la gente era più allegra e aveva voglia di divertirsi: mi ricordo che a Storo nel locale della Ca' Rossa c'era musica dal vivo e si ballava, ma non solo lì anche in altri posti in paese. Oggi sembra impossibile. A quel tempo abitavo nello stabilimento e mangiavo presso una famiglia di Storo che serviva pasti a terzi. Avevo la moto e poi mi sono comperato la macchina. Ricordo che invece chi lavorava nello stabilimento come mugnaio, ad esempio, aveva una condizione più dura della mia che non dovevo stare chiuso dentro tutto il giorno, anche se comunque mi ricordo la sensazione della polvere nella gola. C'era molta povere e le cernitrici lavoravano con le mani sempre nell'acqua. Non c'erano gli impianti di areazione e solo gli ultimi anni che sono stato lì hanno messo l'insaccatrice automatica, prima i mugnai insaccavano a mano respirando molta polvere. Infatti la maggior parte è morta presto per malattia.
Fare la manutenzione degli impianti è un lavoro impegnativo ma interessante perché non è mai ripetitivo e ci va messa un po' di testa per capire le situazioni e trovare le soluzioni giuste ai problemi che si presentano anche all'improvviso. Lo stile di lavoro nello stabilimento era quello di riparare le cose che si rompevano piuttosto che sostituirle dove era possibile perché le normative sulla sicurezza non erano rigide come adesso e c'era più libertà.
Lavorando in quegli anni ho visto un'evoluzione tecnologica pazzesca: ad esempio quando ho cominciato la regolazione dell'intensità della corrente che serviva alle macchine non era automatica ma si faceva a mano, poi il dott. Cima ha deciso di automatizzare facendo installare i quadri elettrici e l'automazione anche della tensione della centrale elettrica. La ditta Sigma era molto attiva in quegli anni: prima che arrivassi io oltre alla barite, producevano nello stabilimento dei pedali con la ditta OMAC e poi negli anni '70 è stata aperta la Condel.
Il trattamento economico era buono, in un lavoro precedente ero stato a Campiglio dove prendevo mille lire al giorno e il vitto e l'alloggio, mentre alla Sigma guadagnavo quaranta/cinquanta mila lire al mese e avevo anche un indennizzo per il viaggio. Comunque dopo il 1964 le paghe sono migliorate e con gli anni non si è più lavorato di sabato pomeriggio e poi neanche il sabato tutto il giorno.
Stando lì in quei dieci anni ho potuto migliorare la mia condizione sociale e mi sono impegnato anche come rappresentante sindacale dove ho contribuito a migliorare le condizioni lavorative di tutti riuscendo ad ottenere dalla ditta la tredicesima mensilità.

Intervista effettuata a Breguzzo il 4 aprile 2014.

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