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Iole Orsola Marini "Orsolina"

Iole Orsola Marini "Orsolina"

"Mi ricordo che per la festa di Santa Barbara preparavamo l’altare con le stelle di Natale e poi si andava tutti a mangiare all'Albergo Italia."Mi chiamo Iole Orsola Marini ma mi hanno sempre chiamato "Orsolina". Sono nata a Darzo nel 1933 sono vedova di Guido Ariasi, abbiamo avuto due figli.
Ho lavorato nel 1952 per la ditta Maffei e dal 1952 al 1956 per la ditta Corna Pellegrini sempre come cernitrice della barite. Poi mi sono sposata e non ho più lavorato, sarebbe stato meglio, per la pensione, aver lavorato di più.
Mi ricordo che una volta quando avevo già smesso di lavorare e tornavo dalla campagna perché davo una mano ai miei, ho incontrato l’ingegner Piero [Corna] che mi ha detto: ”Dai torna a lavorare nello stabilimento” ma mio marito non ha voluto. Per fortuna un mio amico che era dentro ai sindacati mi ha consigliato di pagare la volontaria così ho ricevuto la pensione nel 1990.
La differenza tra la Maffei e la Corna consisteva nell’orario di lavoro: nella prima si facevano i turni, nella seconda si lavorava a giornata con la pausa pranzo. Ho cambiato ditta perché alla Maffei d’inverno licenziavano le cernitici e allora sono andata alla Corna dove si lavorava tutto l’anno. Alla fine io stavo meglio alla Corna perché alla Maffei c’era il Bepi Armani che era molto severo.
Quando lavoravo alla Corna eravamo sei cernitrici e d’inverno c’era un fornello elettrico così si stava più al caldo rispetto alla Maffei dove si era all’aperto. Si stava bene anche con i capi e con il padrone. Mi ricordo che per la festa di Santa Barbara preparavamo l’altare con le stelle di Natale e poi si andava a mangiare all’Albergo Italia. So che anche adesso il Tanghetti, che ha preso la Corna, organizza la festa per i lavoratori che ci sono ancora e anche per i pensionati.
La paga non era particolarmente buona, ma tutti si guadagnava poco e poi i soldi li davo ai genitori. Anche mio marito non guadagnava molto ma si tirava avanti. Si arrotondava con quel po’ di campagna che avevo preso in eredità da mio papà. Adesso faccio solo l’orto ma ci metto soprattutto fiori perché ho al cimitero cinque tombe da tenere.

Mio marito Guido Ariasi era del 1931 e a partire dal 1950 ha lavorato alla Maffei per 32 anni. Per i primi diciotto anni ha lavorato in galleria con le rivoltelle, poi è sceso nello stabilimento a fare il mugnaio. Ci siamo sposati nel 1956. Quando era su in Val Cornèra mio marito faceva anche la guardia al sabato e la domenica. Nel 1973 è stato operato e ha fatto domanda per la pensione di invalidità che gli è stata concessa nel 1982. È deceduto nel 2008.

Mio fratello Giovanni Marini era del 1927 faceva il camionista, lavorava per le ditte minerarie, è deceduto circa 15 anni fa.

Mia sorella Silvia Marini era del 1938 ed è deceduta nel 2007. Ha lavorato per la ditta Corna come cernitrice ma non ricordo gli anni, comunque ha lavorato poco perché anche lei dopo sposata è rimasta a casa.

Intervista effettuata a Darzo nel mese di febbraio del 2011.

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